L’amore può essere uno degli aspetti più belli e meravigliosi della vita, ma talvolta può spaventarci. Un po’ di apprensione è assolutamente normale, dopotutto si è all’interno di un turbinio di emozioni e aspettative! Ciononostante, alcune persone trovano terrificante anche solo il pensiero di innamorarsi. La philofobia è la paura dell’amore o di connettersi emotivamente con un’altra persona. Condivide molti tratti tipici delle fobie specifiche, in particolare di quelle la cui natura è sociale. La parola deriva dal termine greca “philos“, che significa amare, e “phobos“, che significa paura. Pochi sono gli studi focalizzati su tale problematica in letteratura. Dunque, non si può stimare con esattezza quante persone convivono con essa, ma è immaginabile la difficoltà nel trovare aiuto. Come si può presupporre questa paura può avere un impatto significativo sulla vita se non trattata, perciò chiedere aiuto è importante.
Iniziamo specificando il significato di “fobia”. Una fobia è una paura estrema, spesso irrazionale, di un oggetto, un luogo, una situazione, un sentimento o un animale. Tale paura a qualcuno può causare dei veri e propri attacchi di panico.
Gli esperti non hanno ancora descritto i sintomi esatti della philofobia. La letteratura medica, infatti, in tale direzione è ancora piuttosto scarna. Tuttavia i sintomi della philofobia possono essere comuni alla maggior parte delle altre fobie esistenti:
Diversi fattori possono influenzare lo sviluppo di una fobia. Probabilmente alcune persone possono nascere con una tendenza ad essere più ansiose. Rispetto alla paura di amare attualmente, non è chiaro cosa nello specifico la causi. Si può ipotizzare ci sia una paura di fondo: il terrore che il dolore si ripeta. Dolore che porta ad autoingannarsi in diversi modi. Ad esempio c’è l’assunzione che il “gioco non valga la candela”. Se si è stati profondamente feriti o abbandonati da bambini, si potrebbe essere contrari ad avvicinarci a qualcuno per il timore che potrebbe accadere lo stesso nuovamente. E la risposta a tale timore spesso è quella di evitare le relazioni. Il pensiero in questo caso è il seguente: “se evito le relazioni evito il dolore che ne consegue”. Tuttavia, più si prova ad evitare per paura più quest’ultima aumenterà.
L’incapacità a lasciarsi andare nelle relazioni alle volte invece cela la paura di perdere la propria identità, la propria autonomia e non solo anche il timore di non essere apprezzati per ciò che si è.
Convivere con la paura di amare o philofobia può far sentire salvi lì per lì dal “rischio” di provare amore, ma ciononostante, ignorare una fobia può peggiorare di molto la situazione e il disagio quotidiano che ne deriva.
Non esiste una ricetta universale, nulla è declinabile così facilmente su ogni singolo individuo. Però ci sono dei temi chiave su cui lavorare.
Assumendo la prospettiva proposta dalla Psicoterapia breve strategica, il focus della terapia non devono essere le cause. Piuttosto, è necessario concentrarsi sul porre un freno alle tentate soluzioni inefficaci e disfunzionali. Inoltre, è importante stimolare esperienze che aiutino il paziente a cambiare la sua percezione verso il problema. È importante che la persona abbia la possibilità di scoprire e adottare soluzioni efficaci. Questo porterà ad una modificazione nella concezione di sé stessi e del mondo.
In ogni relazione, l’unica persona che possiamo controllare siamo noi stessi. È in nostro potere decidere chi vogliamo essere dentro la relazione e agire di conseguenza, indipendentemente dal nostro partner.
Cerca di riconoscere quella vocina nella tua testa che ti fornisce informazioni come: “Non ti ama davvero. Non essere stupido. Muoviti prima che ti faccia davvero del male.” Pensa a come questa voce interiore critica ti aiuta a evitare di sentirti intimo o vulnerabile. Questo schema di pensiero crudele e giudicante allontana dal trovare l’amore. Identificarlo ti aiuterà a smettere di vederlo come realtà o come il tuo punto di vista.
È facile ricadere su vecchie attività confortanti che ci fanno sentire protetti. Ciononostante, è solo uscendo dalla nostra comfort zone che scopriamo le meraviglie che ci circondano, amore compreso.
Conosciamo tutti l’espressione “L’amore ci fa sentire vivi”, ed è un cliché del tutto vero. L’amore ci fa sentire. Accresce la nostra capacità di provare gioia, passione e vitalità. Tuttavia, ci rende anche più suscettibili al dolore e alla perdita. Sono due facce della stessa medaglia, l’equilibrio è dato dalla coesistenza di entrambe le parti.
Molti di noi vivono nella paura di essere vulnerabili. Ci viene spesso detto fin dall’infanzia che dobbiamo essere intelligenti, forti e non mostrare debolezza. La verità è un’altra. Essere vulnerabili è un segno di forza, non di debolezza. Significa ignorare le voci nella nostra testa e agire in base a come ci sentiamo davvero.
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